Mirta non è una ragazza né un liquore al femminile, ma è il nome della mamma di Juan, il cuoco con sangue uruguaiano e spagnolo che, dopo anni di esperienza in varie cucine regionali in Italia, nel 1995 ha adottato la filosofia di Slow Food e, nel 2007, ha deciso di aprire un suo locale con la moglie Cristina e di dedicarlo alla sua casa, dove ogni giorno si cucinavano, con amore e cura, i prodotti del mercato acquistati la mattina stessa.

Siamo nel Casoretto, una piccola area di Milano incastrata tra Città Studi, Cimiano e la rilucente Nolo, un’area storica della città che fa capo alla chiesa di Santa Maria Bianca della Misericordia, sorta nel Quattrocento per volere del nobile Pietro Tanzi. L’atmosfera da vecchia Milano che soffia nelle viottole ancora non investite dalla gentrificazione è la stessa che si respira in questo ristorante dai tavoli di legno e dagli spazi familiari, in cui i clienti mangiano a stretto gomito, tanto da poter sbirciare i piatti del tavolo attiguo e semplificare la propria scelta dal menù. Caratteristica peculiare di Mirta è, infatti, la sua carta speciale, ristampata ogni sera secondo i prodotti della stagione e del mercato, e secondo i suggerimenti dello chef Juan che, con estro e amore per i prodotti della terra, reinventa ogni sera qualche piatto e, con fare burbero, a gran voce intima alla compagna Cristina di aggiungere e sostituire questo o quell’altro ingrediente.

Da Mirta il lavoro è vita. Non esiste il concetto fast, di doppio turno, di apertura non stop, si mangia da Mirta per stare bene, e starci il più a lungo possibile.

Poi c’è lei, Cristina, l’anima della sala che ti fa sentire a casa e cerca sempre di accontentare i clienti affezionati e accogliere i nuovi arrivati con un bicchiere di vino, nell’attesa che si liberi un tavolo. Una scelta di vita rigorosa, 12 anni fa, ha condotto Juan e Cristina a mettere tutte le loro energie nel progetto Mirta, un luogo in cui stare, oltre che mangiare. La filosofia di Mirta si traduce nel binomio lavorare e vivere, non esistono il concetto di fast, di doppio turno, di aperture non stop, si mangia da Mirta per stare bene, e starci il più a lungo possibile.

Juan e Mirta fanno parte dell’Alleanza dei cuochi di Slow Food e prediligono prodotti di alta qualità, di piccoli produttori che rispettano la terra, provenienti da tutt’Italia. Nella loro carta sono sempre presenti almeno tre prodotti di Presidi Slow Food, i quali però non sono mai fissi e sono scelti secondo il criterio dei cicli naturali delle stagioni. La loro sfida è ambiziosa, soprattutto in un periodo di cambiamenti climatici, in cui le stagioni non sono riconoscibili e la natura non risponde più allo stesso modo ai raccolti, ma è un modello che funziona e che è fatto di casa, di convivialità e di piatti di alta qualità.